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Wall Street resiste e consolida

Saverio Berlinzani
May 20, 2025

La Borsa USA ha recuperato le perdite registrate in apertura nella giornata di ieri, in un contesto che rimane comunque caratterizzato da incertezza e da tassi di interesse elevati. L'S&P 500, il Nasdaq 100 e il Dow Jones hanno chiuso in leggero rialzo dopo un avvio di sessione in rosso.


Moody’s ha declassato il rating del debito sovrano degli Stati Uniti, diventando l’ultima grande agenzia a rimuovere la tripla A. Questo rappresenta un chiaro segnale d’allarme sul fronte del deficit, in linea con le preoccupazioni espresse dalla Fed e da parte del mercato.


Nel frattempo, il pacchetto di tagli fiscali proposto dal presidente Trump — che prevede centinaia di miliardi di dollari in riduzioni non finanziate — è stato approvato nel fine settimana. L’obiettivo è stimolare la crescita tramite una politica fiscale espansiva, che però contrasta con la necessità di tenere sotto controllo i conti pubblici, attualmente in condizioni preoccupanti.


Tesla e Palantir hanno perso il 3%, mentre Apple ha ceduto l’1,5%, contribuendo a una seduta negativa per il settore tecnologico. Al contrario, UnitedHealth è salita del 7,5%, attenuando l’aggressiva svendita registrata quest’anno.


Sul fronte geopolitico, Putin ha definito “molto significativo, istruttivo e utile” il colloquio telefonico avuto ieri sera con Trump. Quest’ultimo ha annunciato che Russia e Ucraina inizieranno immediatamente i negoziati per un cessate il fuoco. Non è molto, ma rappresenta un primo passo.


VALUTE


Sul mercato dei cambi, i tentativi di rottura al rialzo di EUR/USD a 1,1265, del Cable a 1,3410 e di USD/JPY a 144,50 sono per ora falliti. Le notizie positive emerse in serata sul fronte geopolitico hanno favorito un parziale ritorno del “risk on”, con l’indice VIX sceso da quota 20,00 a sotto i 18 punti.


Nel 2025, la correlazione osservata è che il dollaro si rafforza in condizioni di appetito per il rischio, contrariamente a quanto accadeva nel 2024. Questo è dovuto all’ampliamento del differenziale dei tassi tra il dollaro e le altre valute, che rende il biglietto verde una valuta da investimento.


Per assistere a una ripresa delle altre valute, sarà necessario attendere un rallentamento dell’economia statunitense, che possa spingere la Fed a ridurre i tassi, rendendo il dollaro meno interessante in termini di rendimento.



PROSPETTIVE EUROZONA


Secondo la Commissione Europea, l’economia dell’area euro crescerà dello 0,9% nel 2025 e dell’1,4% nel 2026, in calo rispetto all’1,3% e all’1,6% previsti in autunno. Il declassamento è attribuito all’aumento dei dazi e all’incertezza derivante dai recenti cambiamenti nella politica commerciale statunitense.


L’inflazione dovrebbe scendere al 2,1% entro metà 2025, raggiungendo l’obiettivo della BCE prima del previsto, e calare ulteriormente all’1,7% nel 2026.


Per la Germania, si prevede una sostanziale stagnazione nel 2025. Le tensioni commerciali peseranno sulle esportazioni, mentre i consumi privati dovrebbero registrare un modesto aumento. Gli investimenti, invece, dovrebbero rimanere stabili.


LA PBOC TAGLIA I TASSI


La Banca Popolare Cinese ha tagliato i tassi sui prestiti a maggio, come previsto. È la prima riduzione da ottobre scorso, volta ad attutire gli effetti della guerra commerciale con gli Stati Uniti.


Il tasso sui prestiti a 1 anno è stato ridotto di 10 punti base al 3,0%, mentre quello a 5 anni è sceso al 3,5%. Il cambio USD/CNH è rimasto stabile in area 7,2200.


ANCHE LA RBA INTERVIENE


La Reserve Bank of Australia ha tagliato i tassi di 25 punti base, portandoli al 3,85%. È il primo taglio da gennaio, in linea con le attese del mercato. I costi di finanziamento sono ora ai minimi degli ultimi due anni, grazie alla discesa dell’inflazione nel range obiettivo del 2-3%.


La RBA ha segnalato che i rischi inflazionistici sono più bilanciati, ma le prospettive restano incerte a causa della volatilità delle politiche commerciali globali. Il deterioramento del contesto economico, dovuto all’aumento dei dazi USA, ha spinto la banca centrale a considerare uno scenario di forte ribasso.


Nonostante ciò, si prevede una ripresa del PIL australiano. La RBA è pronta ad agire ancora, sebbene in modo più graduale, a causa della debolezza della domanda estera e del rallentamento dei consumi. Il mercato del lavoro resta solido, con la disoccupazione stabile al 4,1%.


RENDIMENTI DEI TITOLI DEL TESORO USA


Il rendimento dei Treasury a 10 anni è salito verso il 4,55% lunedì, il livello più alto da metà febbraio. Il rendimento a 30 anni ha superato il 5% per la prima volta da aprile, toccando i massimi da ottobre 2023.


Le preoccupazioni fiscali sono aumentate dopo il declassamento del rating da parte di Moody’s, che ha portato il giudizio da Aaa ad Aa1, citando l’aumento del debito pubblico e del deficit.


A peggiorare il quadro, la proposta di legge di Trump per nuovi tagli fiscali non coperti, che secondo l’amministrazione stimoleranno la crescita e, in teoria, ridurranno il deficit. Tuttavia, l’efficacia di questa strategia è tutta da dimostrare, soprattutto se i dazi resteranno in vigore, penalizzando i consumi.


Sul fronte monetario, i mercati continuano ad anticipare due tagli dei tassi da parte della Fed nel 2025, previsti per settembre e dicembre.


Saverio Berlinzani





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